Radiofrequenze - Dott. Dante Maria Caliento

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Radiofrequenze

Procedura chirurgica
Come per ogni procedura chirurgica che interessa una zona molto sensibile come il naso, 30 minuti prima della decongestione verrà praticata una iniezione i.m. di Atropina (0.5mg). La mucosa della fossa nasale viene preparata con una spruzzata di anestestico locale (Xylocaina 10%). Viene quindi infiltrata una opportuna dose di anestetico (Xylocaina 2%). E’ necessario, quindi, che il paziente informi il medico di eventuali allergie a farmaci anestetici. Alla rimozione dell'ago, visto il mancato uso di vasocostrittori, segue necessariamente un piccolo sanguinamento, immediatamente bloccato da una breve compressione con una garza imbevuta di acqua ossigenata. L'intera procedura è praticamente indolore, sebbene eventuali applicazioni prolungate od in aree non ben raggiunte dall'anestetico, possano determinare transitorie "fitte dolorose" di durata istantanea, che possono suggerire una ulteriore infiltrazione di anestetico. La Xylocaina, infatti è un anestetico ad azione molto rapida ma fugace, utile per procedure brevi come quella sopra descritta. La completa assenza di epistassi post-operatoria permette di evitare il tamponamento nasale. Trenta minuti dopo il termine della procedura (periodo di semplice osservazione, soprattutto per monitorare gli effetti oculari dell‘atropina) il paziente può tornare a domicilio con qualunque mezzo (aereo incluso, visto che il naso non è ostruito) e riprendere dal mattino seguente le proprie normali attività. La presenza di abbondante secrezione nasale acquosa o mucosa per 4-5 giorni dopo la procedura è invece quasi la regola, ed è dovuta alla normale reattività del naso a qualunque manovra. Deve essere interpretata come una difesa della mucosa del naso e può esser controllata con l'impiego di anti-istaminici orali e spray non vasocostrittori. Nei successivi controlli post-decongestione da praticarsi a distanza di una settimana, si effettuerà la detersione del naso da eventuali croste. Occasionalmente è stata riferita nelle 48 ore  una sensazione dolorosa a livello della piramide nasale, controllata con i comuni antidolorifici e/o un lieve gonfiore, che non necessita di terapia specifica.

COME TRATTARE L’ IPERTROFIA DEI TURBINATI INFERIORI : LE RADIOFREQUENZE.

I turbinati sono tre "sporgenze ossee" situate in ogni fossa nasale e sono formati da una piccola "lamina" di osso ricoperta da mucosa. Le allergie nasali (riniti allergiche), le infezioni ripetute (sinusiti), l'inalazione abituale di alcune sostanze negli ambienti di lavoro, il fumo e l'utilizzo reiterato di alcune gocce e spray nasali a base di vasocostrittori (riniti farmacologiche), determinano uno stato infiammazione cronica che causa un notevole aumento di volume dei turbinati. La mucosa che li riveste si ipertrofizza cioè aumenta di volume.
L'ipertrofia dei turbinati può essere responsabile di una cospicua serie di SINTOMI come:

ostruzione respiratoria nasale: naso chiuso
mucorrea: scolo di muco
ipoosmia: diminuita percezione degli odori
rinolalia chiusa: voce nasale
starnuti, prurito e dolori alla radice del naso
senso di orecchio pieno: fullness

e di COMPLICANZE

sinusiti
faringiti recidivanti o cronicizzate
roncopatia (russamento) e/o sindrome delle apnee del sonno
patologie dell'orecchio: otite media, otite siero-mucosa, tubariti.

Proprio per tali motivi, dopo fallimento delle terapie mediche, l'unica terapia veramente risolutiva è quella chirurgica. Negli ultimi tempi, però, alla classica chirurgia, che ha come finalità la riduzione di volume dei turbinati che vengono riportati alle loro normali dimensioni, vengono preferiti trattamenti molto conservativi senza tagli né suture e soprattutto senza sanguinamenti e quindi senza i fastidiosi tamponamenti nasali di una volta. A tale scopo adoperiamo l’energia a radiofrequenze che è in grado di “sgonfiare” il turbinato ingrossato senza traumi e senza dolore, con trattamenti in regime di day-hospital. Oggi è sufficiente una singola applicazione per risolvere il problema. Tali trattamenti a radiofrequenze, eseguiti con tecnica endoscopica, a motivo della loro minima invasività e dell’assenza di dolore, sono applicabili anche a pazienti in età pediatrica. In tale fascia di età appare ancora più evidente l’importanza di una metodica non traumatica, e che rispetta la funzione del turbinato senza provocare cicatrici ne alcuna diminuzione della sua preziosa attività di filtro dell’aria respirata. Tale procedura viene eseguita mediante il Coblator, un dispositivo a radiofrequenze bipolare che esplica la sua azione solo in prossimità della sua punta con trasmissione localizzata della corrente tra due elettrodi ravvicinati, senza diffusione termica od elettrica ai tessuti circostanti e con temperature locali che vanno dai 40°C ai 70°C (a seconda della potenza impiegata). Il Coblator, quindi, non brucia il tessuto ma ne effettua una vera e propria "ablazione”.
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